Il lavoro che si va a fare, richiede anche un impegno da parte della memoria e seppure all'inizio alcuni accusano problemi in fatto di memoria, andando avanti, ci si accorge che la memoria migliora e si riesce a ricordare le coreografie con sempre maggiore facilità e anche qui potrai dire: non lo avrei mai detto! :-)
Non è neanche da sottovalutare l'aumento della concentrazione, in quanto non siamo da soli ma in gruppo, quindi dobbiamo prestare attenzione anche agli altri, soprattutto quando abbiamo delle posizioni da rispettare o dobbiamo andare ad occupare degli spazi. A volte dobbiamo essere ben allineati e coperti, altre non ci dobbiamo impallare con i compagni, altre ancora dobbiamo fare degli spostamenti dove non ci dobbiamo scontrare con nessuno.
Fino ad ora abbiamo analizzato dei punti a nostro vantaggio ma solo a vantaggio didattico, su ciò che possiamo migliorare e ciò che possiamo imparare. Ma come abbiamo detto, non siamo soli ma stiamo lavorando in gruppo. Lavorare in gruppo significa collaborare con gli altri, essere solidali con gli altri, aiutare chi si trova più indietro e chiedere aiuto a chi si trova più avanti e dobbiamo avere ben chiaro che l'insegnante o il coreografo se vogliamo immaginarci ad alti livelli, è il legante tra tutti i componenti del corpo di ballo, è colui che tiene unito il gruppo e al quale tutti devono fare riferimento. Si deve avere pazienza con gli altri componenti del gruppo e aggiungo rispetto, anche se credo che questo dovrebbe essere alle basi del saper vivere quotidiano e mi fa quasi brutto doverlo scrivere anche in questo contesto. Si inizia a capire cosa voglia dire lavorare in squadra. Si inizia ad abbandonare l'individualità e a dare spazio al gruppo, alla squadra. Non si parla più di IO ma di NOI. Si comincia a metabolizzare il fatto che la riuscita di un'esibizione è determinata dal gruppo e non dall'individuo ma allo stesso tempo, l'individuo è parte fondamentale del gruppo e quindi la riuscita è determinata anche dalla sua responsabilità verso gli altri. Esattamente responsabilità verso gli altri. Che l'allenamento e le prove, sono un impegno costante al quale non si può e non si deve mancare. Che l'applauso che arriva a fine esibizione è per tutti, per ogni singolo individuo sul palco, per l'insieme dei ballerini sul palco, per il coreografo e per chiunque si sia impegnato alla riuscita dello show, anche per qualche ballerino che si è allenato con noi ma per qualsiasi ragione quel giorno non si è potuto esibire, perché anche lui è componente della squadra. E quando si lascia il palco ci si sente come una nazionale di calcio che lascia lo stadio a fine partita tra gli applausi del pubblico. Quando lascio il palco, lo lascio fiero di me perché so di avere dato oltre il massimo delle mie possibilità e lo lascio fiero dei miei compagni perché quell'applauso senza di loro non sarebbe mai arrivato. Questa è danza, questo è amore e passione per un'arte e qui inizia a prendere forma il ballerino....si....inizia....siamo solo all'inizio di uno stile di vita.
E permettimi di dedicare questa ultima parte del mio articolo ai miei maestri, coreografi e ballerini che ho conosciuto nel corso degli anni. Loro mi hanno insegnato questo e dato l'opportunità di toccare con mano quello che ho scritto. Quello che nasce dai miei articoli è frutto dei loro insegnamenti e per tutto questo non posso che essere a loro grato.
Ma continua a seguirmi e se ti va lascia un commento qui sotto. Se ti è piaciuto l'argomento metti mi piace in alto a destra.
Grazie :-)
bello, complimenti
RispondiEliminaGrazie
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